martedì 5 maggio 2009

Piatto ricco

Sia chiaro: per me la questione divorzio (voi sapete a cosa mi riferisco), con tutti gli squarci che apre, è assolutamente di primo piano. Non dirigo mica un tiggì nazionale, io: non sono costretta a parlare dell’allarme-allergie-di-primavera pur di non approfondire la spinosa faccenda.
Sono però d’accordo con il direttore di La7 News e Sport Antonello Piroso, che ancora oggi, a “Omnibus”, ricordava: nel mondo, intanto, altri fatti si susseguono.
Per esempio. Ieri, lunedì 4 maggio, a Palermo, nel corso del convegno “Sud 2007-2013. Ultima occasione”, è stata apposta la firma sul “contratto per il Sud”, un documento contenente gli impegni del governo a favore del Mezzogiorno.Oltre al ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, all’incontro c’erano: Gianfranco Miccichè, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica); Mauro Moretti, amministratore delegato Ferrovie dello Stato; Fulvio Conti, ad Enel; Massimo Ponzellini, presidente Impregilo; Giuseppe Mussari, presidente Monte Paschi di Siena.
E di che cifre si parla, di grazia? Lo apprendiamo dal testo dell’intervento del ministro Scajola. “Nell’ultima seduta del Cipe, il governo ha destinato 17,8 miliardi di euro alle infrastrutture: con queste risorse, si potrà avviare la realizzazione del ponte sullo Stretto, completare la Salerno-Reggio Calabria, la statale Jonica, la rete regionale campana, le linee metropolitane di Napoli, Palermo e Catania”. Tutte opere che “si aggiungeranno alle altre già completate o in avanzato stato di realizzazione: la ristrutturazione degli aeroporti di Palermo e Catania, il consolidamento e ammodernamento dei porti di Palermo e Messina, gli interventi sulle tratte autostradali Siracusa-Gela e Caltanissetta-Gela e ferrovie Palermo-Messina e Palermo-Punta Raisi”. E ancora: “abbiamo concluso in tempi rapidissimi l’istruttoria del Programma attuativo regionale (Fas), per trasmetterlo al prossimo Cipe”. Ciò vuol dire “risorse per oltre 4 miliardi di euro da spendere qui, in Sicilia”. A tutto questo vanno sommati i “fondi strutturali europei”, che costituiscono “un’opportunità da non perdere”, e i “capitali privati”. E poi investimenti per il comparto turistico, l’innovazione e la ricerca.
Precisando che siamo assolutamente convinti della buona fede di quanti erano al convegno (e ci mancherebbe altro), la storia ci insegna che dove c’è piatto ricco c’è anche qualcuno ansioso di ficcarcisi. Sempre a scapito dell’interesse nazionale. Quindi, il governo ci rassicuri che vigilerà sui flussi di denaro e sui lavori pubblici: affinché siano davvero utili alla comunità; affinché nessuno ci guadagni costruendo alla meno peggio, stile Abruzzo; affinché le mafie non mettano neppure un dito – neanche per sbaglio – su appalti e/o subappalti.
P. S. Ci ha fatto tremare i polsi l’inserimento, nel ddl sicurezza, della misura che – di fatto – rimuove l’obbligo per l’imprenditore di denunciare il pizzo. Ma un disegno di legge non è ancora una legge. Prima che lo diventi, il Parlamento ha tempo e modo di porre rimedio alle sviste. Ci aspettiamo, e speriamo, che la rimozione venga rimossa.

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